In queste pagine non vi imbatterete in rassicuranti consigli motivazionali, ma in concetti che probabilmente vi disturberanno, vi lasceranno incredulə, vi faranno imbestialire come degli opossum a cui hanno rubato la merenda, e, noi lo speriamo, vi faranno mettere in discussione le aspettative che avete nei confronti del vostro corpo e di quello delle altre persone.
Belle di Faccia. Tecniche per ribellarsi a un mondo grassofobico è il libro che va a stanare tutti i meccanismi grassofobici che la società mette in atto per spingere ai margini, invalidare, patologizzare e discriminare i corpi grassi e non conformi. E, contemporaneamente, fa cadere, una a una, tutte le lenti grassofobiche attraverso le quali osserviamo (e soppesiamo, e giudichiamo) il corpo nostro e altrui. Alcune sono belle spesse ed evidenti, come le lenti di prova che l’ottico carica sulla montatura pesantissima in metallo quando devi fare un occhiale da vista; altre sono come le lenti a contatto, sottili e impalpabili, che ti dimentichi di avere, e sono quelle più difficili da individuare ed eliminare dal proprio campo visivo per mettere a fuoco tutte le discriminazioni e le aggressioni che mettiamo in atto sui corpi nel quotidiano.
Il corpo delle donne è sempre stato spazio politico, il modo in cui ci viene richiesto di performare il nostro genere è uno strumento di oppressione. Più siamo impegnate a disprezzare il nostro corpo, a lavorare sul nostro aspetto e a impiegare il nostro tempo per essere socialmente accettabili, più siamo controllabili e migliori consumatrici.
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Il corpo delle donne è sempre imperfetto così com’è.
Belle di Faccia è anche il nome dell’account Instagram creato nel 2018 da Chiara Meloni e Mara Mibelli che, con questo progetto, si sono accollate gli oneri di spiegare cos’è, davvero, la body positivity, di creare in Italia una cultura condivisa sulla fat acceptance e di rivendicare la validità, la rappresentazione, la liberazione e il diritto a esistere di tutti i corpi.
Il libro sistematizza tutti gli argomenti affrontati nel canale, li mette in ordine, li rende fruibili e comprensibili anche per chi non mastica ancora la lingua della body positivity ma vuole capire cosa c’è dietro uno degli hashtag più (ab)usati (spoiler: molto, molto di più del muro fotografico di microrotolini spremuti da pance taglia 42). E lo fa con una scrittura scorrevole e infervorata, dal tono ironico/provocatorio. Le bellissime illustrazioni di Chiara Meloni (Chiaralascura) che condiscono il libro contribuiscono a rendono tutto molto digeribile e inclusivo.
Questo testo ripercorre la storia del movimento della fat acceptance e ricontestualizza l’intero discorso della Body Positivity recuperandone il contenuto politico e attivìstico delle origini. Smantella la retorica del self-love, dell’“amati come sei” e dell’“accetta il tuo corpo”, rimettendo la responsabilità dell’accettazione (e del rispetto) di tutti i corpi alla società, e riporta al centro del movimento i veri protagonisti: i corpi grassi e non conformi.
La fat acceptance e la body positivity non vogliono creare un nuovo standard di bellezza e invertire il sistema di valori. Lo scopo di questi movimenti è smantellare la bellezza come valore indispensabile per vivere in pace.
Questo libro è anche la risposta esaustiva e definitiva a tutti i dubbi e gli storcimenti di naso che vengono dopo il ‘ma’ in frasi come “va bene la body positivity MA” (tipo il gettonatissimo “ma la salute?!?!”).
Alla fine della lettura – oltre a masticare un sacco di termini anglofoni che iniziano con fat e proseguono con acceptance/liberation/activism/feminism/talk… – avrete tutti gli strumenti non solo per sopravvivere e ribellarvi al mondo grassofobico ma anche per attivarvi per renderlo un posto più accogliente, rispettoso, accessibile e navigabile da ogni corpo.
Il corpo grasso va mostrato e normalizzato, perché ancora crea scandalo e disgusto.
Mostrare il proprio corpo grasso, non conforme o all’intersezione di diverse marginalizzazioni, diventa un atto di ribellione e politico […]
La lettura può diventare un meraviglioso esercizio di empatia per provare a comprendere come cambia lo sguardo della società e delle singole persone in base al tipo di corpo che abitiamo e che portiamo in giro.
L’attenzione e l’impegno verso l’inclusione di tutti i corpi e di tutte le identità passa attraverso ogni minuscolo elemento di questo libro, dalle illustrazioni al linguaggio. Le autrici hanno infatti deciso di utilizzare lo schwa (ə) – il simbolo dell’alfabeto fonetico internazionale rappresentato da una ‘e’ rovesciata e da un suono neutro – per rendere il linguaggio meno genderizzato e più inclusivo possibile.
Inoltre, il libro si conclude con due strumenti utilissimi per orientarsi nella narrazione della grassofobia e della body positivity: il glossario finale e una curatissima bibliografia (e sitografia) per eventuali approfondimenti.