Intervista-nuda-June-Pla

Jüne Plã, illustratrice del piacere e autrice di ‘Club Godo’ – intervista nuda

Jüne Plã è un’illustratrice francese che di lavoro fa la character designer e dà vita ai personaggi dei videogiochi.

A un certo punto della sua vita si è trovata ad abbozzare degli schizzi per guidare i suoi partner nella ricerca del piacere esplorando i punti e movimenti che esistono oltre i confini limitati e limitanti della penetrazione (sostanzialmente ha portato il ‘vuoi che ti faccia un disegnino?’ su un nuovo livello, pratico ed esteticamente raffinato). Gli schizzi poi ha deciso di condividerli su Instagram e ha lanciato l’account @jouissance.club, che oggi si avvia verso il milione di follower.

Nel 2020 questa mappatura illustrata del piacere è diventata un libro che in Italia è uscito con il titolo (geniale) Club Godo. Una cartografia del piacere, pubblicato da L’ippocampo

Club Godo è una mappa di viaggio illustrata che traccia un itinerario tra parti del corpo, gesti, tecniche per dedicarsi a un’esplorazione libera e creativa della sessualità e non perdere la bussola del piacere smarrendosi nelle terre desolate della penetrazione a tutti i costi.

Tutte le illustrazioni e le spiegazioni di Jüne sono amalgamati in un’opera che adotta uno sguardo inclusivo e rispettoso della varietà di corpi e di identità sessuali che tiene conto della bellissima diversità umana.

Noi abbiamo avuto l’onore di ospitare Jüne nel nostro salottino en rose e chiacchierare con lei del suo percorso personale e professionale di conoscenza del piacere.  

Ogni intervista nuda è un’esperienza unica, a partire dal modo in cui nasce al rapporto che si crea con la persona che viene intervistata. Il frangente forse più memorabile di questo incontro, che ci porteremo nei nostri ricordi, è stato quando, post-intervista, durante un momento di svago-bollicine-stuzzichini-musica, Jüne ci ha detto che era felice di aver fatto questa intervista e di non aver fatto troppo domande quando gliel’avevano proposta perché altrimenti probabilmente, non conoscendoci e non conoscendo il nostro progetto, non avrebbe accettato e questo sarebbe stato un peccato. 

L’obiettivo più alto che possiamo raggiungere con le interviste nude è porre le condizioni affinché si crei una connessione umana, spontanea e intima con la persona intervistata, che porti a una chiacchierata libera e arricchente per tutte le persone presenti. In questo ci teniamo a ringraziare il nostro compagno di questa avventura, Adelio, che è stato il lungimirante matchmaker che ha reso possibile l’intervista da ogni punto di vista, mettendoci in connessione con Jüne, invitandola nel nostro salottino e traducendo in tempo reale all’italiano al francese e dal francese all’italiano in mezzo a brevi scambi in inglese.

Cliccando nell’immagine in alto puoi vedere il video. Doveva essere solo un breve teaser, ma alla fine abbiamo deciso di farlo più lungo del solito perché ci tenevamo a darti la possibilità di respirare lo stesso clima che si è creato durante l’intervista. Questo è andato un po’ a scapito della qualità del video, che è stato messo insieme raschiando il fondo della scheda di memoria e racimolando davvero tutto quello che avevamo di materiale. 

Questa invece è la traccia audio che ti trasporta nel salottino en rose nel giorno dell’intervista.

E quella che segue è la trascrizione (tradotta) della chiacchiera corale e multilingue dalla quale siamo usciti tutti per sempre arricchiti, felici e contenti.

Benvenuta, welcome, benvenue!

Grazie!

Andiamo subito sul personale. Per godersi il sesso bisogna prima di tutto avere confidenza con il proprio corpo. Tu hai sempre avuto un buon rapporto con il tuo corpo e con la masturbazione?
Per cominciare, non penso che si debba assolutamente conoscere bene il proprio corpo o masturbarsi per forza, non è obbligatorio. Ci sono molte persone che apprezzano il sesso senza necessariamente conoscere bene il proprio corpo. Ma è anche vero che quando si comincia a esplorare il proprio corpo, le proprie zone di piacere, impariamo così tanto che alla fine il sesso risulta un’altra cosa. E io, dal momento in cui ho lanciato Jouissance Club, ho cominciato a conoscere veramente il mio corpo. Mi masturbavo già molto anche prima ma non mi conoscevo bene come ora. E adesso che ho imparato a conoscermi, a esplorare, a riconoscere le zone che mi danno piacere, quelle che non mi interessano e quelle che voglio approfondire, per me il sesso è divenuto qualcosa di più completo.

Quando è cominciata la tua vera esplorazione creativa del sesso? C’è stata una svolta? E quando è stata?
Sì. Ci sono stati due momenti chiave nella mia vita nei quali il sesso è diventato interessante. Il primo è stato quando avevo vent’anni, ho incontrato un ragazzo che (pur non avendo un fisico o un sesso incredibili) è stato il mio migliore amante per 15 anni. Questo perché arrivava a toccarmi con altre cose rispetto al suo pene e la penetrazione era un’opzione tra centinaia. Eh sì… [ride]. Era incredibile. E per tutta la vita ho provato a ritrovare proprio questo. Invano… perché, pur cercando, non ci sono riuscita. La seconda esperienza è stata quando due anni fa, due anni e mezzo, un mio ex mi ha chiesto dove si trovasse una zona nella vagina. Aveva letto un articolo su Vice che parlava di questa zona nella vagina. E, dato che non avevo idea di dove fosse, ho fatto delle ricerche su internet. Ho notato che questa zona era posizionata in un punto che il pene non avrebbe potuto raggiungere. Al che gli ho fatto un disegno, dato che sono illustratrice, per fargli capire come poterla raggiungere con la mano. A partire da questo episodio mi sono detta che avevo il potere di fare di lui un amante migliore! Così gli ho fatto altri disegni per spiegargli come toccarmi perché è proprio questo che volevo, giusto mani e lingue prima di ogni cosa. Ed ecco! È stata questa la mia rivelazione, le mie due rivelazioni.

June Pla durante l'intervista nuda

Hai iniziato a illustrare tecniche sessuali per spiegare ai tuoi partner quello che volevi provare. Ha funzionato?
Eh. [Ride] Ci sono stati risultati con pochi uomini, lo devo ammettere. Di fatto uno solo si è particolarmente interessato. Quello con cui ho scritto il libro, che si chiama Takumi. E no, gli altri non si sono granché interessati alla questione. Beh, dicevano, sì, che era interessante, che era divertente come progetto, ma in fin dei conti la penetrazione prendeva molto, moltissimo, malgrado i miei dolori. Non me ne vogliano… ho trovato difficile farli interessare a questo progetto, parlo degli uomini in generale nella mia vita. 

Questa è la domanda di Ivano. Prima di pubblicare su Instagram, a un certo punto ti sei trovata con un catalogo di illustrazioni? Tiravi fuori il catalogo quando ti capitavano partner poco creativi, per scegliere cosa fare?
[Ride] No, non ne avevo uno, anche se mi sarebbe piaciuto. E d’altronde, era perfino difficile parlarne per me. Purtroppo non avevo un catalogo! Pertanto la mia vita sessuale era un po’ povera ed è quindi per questo che ho cominciato ad avere voglia di creare questo “catalogo” in qualche modo, sebbene non sia definibile propriamente un “catalogo”. Per cui no, non ne avevo uno, ma ne avrei avuto bisogno!

Perché hai deciso di pubblicare le tue illustrazioni su Instagram?
Perché su Instagram tutto è molto visivo. E, essendo illustratrice, aveva senso che postassi su Instagram. Anche perché FaceBook era già morto! È un po’ il deserto laggiù. Volevo che fosse semplice, chiaro, sobrio, e per me IG era la piattaforma dov’erano tutti, quindi non mi sono neppure posta la domanda se dovessi andare altrove o meno. 
Ma cosa ti ha spinto a farlo? Volevi condividere un sapere? Dare una mano alle persone?
Sì, in effetti il mio intento era proprio quello di condividere queste tecniche affinché gli uomini imparassero a toccare le donne. Piano piano il mio progetto è diventato molto più inclusivo. Vale a dire che ho smesso di riferirmi aglio uomini e alle donne cisgender. Ho voluto che tutt* si sentissero benvenut* nel club. Ma comunque sì, la base della mia idea era quella di far capire ai ragazzi che la penetrazione non è tutto nella vita e “guardate! Ci sono un sacco di cose che si possono fare! Lasciate che vi mostri”. In tutta bontà!

Com’è cambiata, se è cambiata, la tua vita da quando hai cominciato a condividere una parte della tua sessualità?
È una domanda particolare e può darsi che tu viva la stessa cosa. Parlare di sesso tutto il tempo finisce con lo smorzare un po’ la voglia. Inoltre, come ti dicevo, i miei partner non erano poi così interessati al progetto. Tuttavia sentivo che al pubblico piaceva che io ne parlassi e che questo faceva del bene a moltissime coppie a un sacco di persone. Ma per quanto riguarda la mia vita personale, sessuale, l’ho trovata complicata da gestire. D’altronde da circa un anno non sono più eterosessuale, per delle ragioni evidenti! Non ho più voglia di spiegare, di chiedere o di reclamare reclamare delle cose che… mi merito (il diritto all’orgasmo nella fattispecie). 

Con le tue illustrazioni hai fornito tantissimi suggerimenti e consigli alle persone che ti seguono su Instagram. A te è capitato di chiedere dei consigli sessuali a qualcuno? O di riceverne di non voluti, magari?
Sì… Ne chiedo molti al* mi* partner attuale (è una persona non binaria). Anche perché, in fondo, ho voluto scrivere un libro su come toccare altre persone ma quando mi sono ritrovata di fronte a una persona del mio stesso sesso ero un po’…impreparata. Avevo paura di buttarmi! Avevo iniziato a fare disegni, avevo il mio “catalogo” ma non bastava. E perciò le/gli ho chiesto dei consigli perché mi spiegasse come toccarl*. È stato bizzarro! Mi sono ritrovata come una pulcina! E poi comunque chiedo molti consigli a quelli che mi circondano perché non ho la scienza infusa, devo esplorare ancora molto, ma avevo anche idee quindi mi sono fatta spiegare un bel po’ di cose. Ed è una fortuna averlo fatto, altrimenti il libro sarebbe risultato molto più scarno.
Posso aggiungere qualcosa?
Certamente.
Ho trovato anche molto interessante il rapporto con i follower che fanno delle domande ma danno anche delle risposte. Il libro alla fine è stato scritto sulla base delle domande che mi sono state poste ma anche sulle risposte che mi sono state date. Non sono una sessuologa e neppure una ginecologa e quindi sono stati anche i miei follower che mi hanno molto aperto verso cose che non conoscevo. 

Quali sono le domande più gettonate da parte dei tuoi follower?
Spesso è sempre la stessa cosa. Spesso le donne cisgender mi chiedono se sono normali perché non riescono a… [le rivolgo uno sguardo di intesa] You know it! [ridiamo] Mi chiedono se sono normali perché non hanno mai raggiunto l’orgasmo con il loro partner e pensano che sia colpa loro. E io non posso che rassicurarle dicendo loro che l’amore si fa a due. E che no, non è colpa loro e che può darsi che il loro partner abbia il dovere di interessarsi un pochino di più al loro corpo. C’è questa credenza generale secondo la quale la penetrazione è la risposta a tutto e le donne provano l’orgasmo con la penetrazione, ed è falso. Non è così per tutte. 

Ti è capitato di prendere appunti, anche solo mentali, durante o subito dopo il sesso? (Per la scrittura del libro o per creare dei post su Instagram…)
[Ridiamo tutti un sacco] Sì! È insopportabile fare l’amore con me. E sì, prendo spesso appunti e rifletto molto su quello che l’altra persona sta facendo. Mi dico “glielo chiedo adesso o glielo chiedo dopo?”. Ho imparato a chiedere dopo, anche se ho paura di dimenticarmi le cose! A volte mi fermo prendo appunti e chiedo di mimare con dei gesti per… fare degli schizzi. [Ride] Ma ho smesso di farlo! 

I follower ti hanno suggerito qualche tecnica che magari non conoscevi e che poi hai testato e illustrato?
Non molto spesso ma è capitato. In particolare un ragazzo che mi aveva scritto per raccontarmi che aveva testato… In fondo le immagini spingono le persone alla creatività, a voler testare, questo le motiva. E lui aveva testato questa tecnica, con la sua ragazza, nell’acqua: lei aveva le gambe aperte e lui smuoveva l’acqua molto in prossimità del suo clitoride, facendo in modo che delle ondine andassero a infrangersi contro il clitoride. Lui l’ha mimato, io l’ho disegnato, l’ho ringraziato ed è nel libro!

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Secondo te, qual è l’ostacolo più grande al piacere? Per quale motivo tantissime persone ancora non riescono a raggiungere il piacere?
Quello che mi viene in mente di più è la questione del lasciarsi andare. Molti vogliono a tutti i costi “lasciarsi andare” con il fine ultimo di raggiungere il piacere, l’orgasmo. E trovo che questo provochi una grande pressione, sforzarsi di entrare in una specie di trance, che ci si debba svuotare di tutte le emozioni per raggiungere il piacere. A mio avviso dobbiamo gestire il tutto come si può e come si vuole. Io stessa, quando faccio l’amore con qualcuno, a due, magari non riesco a lasciarmi andare, devo controllare, sono io che decido se avere un orgasmo o meno. Dobbiamo capire che non siamo obbligati dall’imperativo del “lasciarsi andare”. Possiamo pensare ad esempio alla lista della spesa! [Ride] Se abbiamo lasciato qualcosa nel frigo o sul fuoco. Trovo che il sesso sia un po’ come la meditazione. Nella meditazione si pensa di doversi concentrare sul momento presente, sulle emozioni, sul respiro, sulla percezione del corpo sul suolo. Ma a volte succede che la mente vada altrove, quotidiano. Ma questo non è grave, al contrario, fa parte dello stato meditativo. Non ci sono dei metodi buoni o cattivi per raggiungere il piacere. Penso che ognuno sia diverso. E bisogna scordarci che si debba obbligatoriamente “lasciarsi trasportare”. Penso sia una credenza che stressa molta gente (e che a insistere si ottenga il risultato opposto). E le più colpite sono le donne… Pensate ad altro! Pensate altre cose…

Continui a illustrare nuove tecniche sessuali?
Non più così tanto. Mi sto riposando un po’. Ultimamente ho illustrato il fisting, per la vagina. Non l’ho ancora postato perché l’illustrazione non è ancora come vorrei, ma presto arriverà. 

Nel libro fai una grande attenzione al linguaggio e utilizzi un linguaggio davvero inclusivo. Quanto è stato complicato e da quando tu nella tua vita hai iniziato ad adottare questo tipo di linguaggio?
È stato complicato per me immaginare di poter utilizzare il linguaggio inclusivo perché non è qualcosa a cui veniamo abituati, né a scuola, né nella società in generale. È stato un po’ uno scoglio perché all’inizio è stato un po’ difficile. Ma ho incontrato delle persone trans che mi hanno insegnato le basi della scrittura inclusiva e in effetti è molto semplice. Queste sono le stesse persone che mi hanno segnalato questo problema sul mio account, che era troppo cisgender ed eterocentrico. E le ho ringraziate enormemente perché questo ha fatto evolvere la mia visione del femminismo e mi ha fatto vedere e mostrare che il sesso non è una questione legata all’essere etero e cis. Alla fine è diventato un esercizio così semplice che l’ho integrato nella mia routine. 

Siamo alla fine. L’ultima domanda sarebbe: ‘progetti futuri?’ Possiamo farla, poi l’ultima domanda vera la faccio dopo.
Ah! Progetti per il futuro, uh là là! Mi hanno proposto un sacco di cose, ma non so se ho intenzione di farle. Non so se ho voglia di rimettere in ballo tutto questo. Non so se sia il caso di spingermi più lontano. Magari dei film, un film di animazione o un altro libro… Non so! Per il momento sono molto indecisa. Ho ancora tutte le emozioni sottosopra, questo libro è stato un grande lavoro. In aggiunta al mio lavoro e a mio figlio! Quindi per il momento preferisco prendermi una pausa e riflettere un momento su tutto quello che ho fatto. Non ho degli annunci ufficiali da fare! 

La vera ultima domanda è: tua zia Giselle ti chiede ancora come sta il tuo clitoride? E soprattutto, ha letto il libro?
[Ride] No, me ne ha parlato una o due volte ma ora si è un po’ calmata. [ride] No, si parla molto poco di sesso nella mia famiglia. Lei è l’unica che un giorno mi ha chiesto “ALLORA, COMA VA IL TUO CLITORIDE!?”. Mi ha molto colpito che me lo chiedesse ma in generale non se ne parla, è un soggetto un po’ imbarazzante. Ah, mia zia Giselle…
E lei ha letto il libro?
Lo spero! Non so chi abbia letto il libro nella mia famiglia. È un soggetto che è molto tabù, anche nella mia famiglia. Mio padre era stressato all’idea, e mia madre… uff… Francamente non lo so! Per fortuna mia zia Giselle mi sostiene!

[Ivano] Welcome to the family!
No non so se ci sia un corrispettivo di Famiglia Cristiana in Francia, comunque i miei hanno attivato l’abbonamento tipo quattro mesi fa.

[ride] Sorry for you! Loro ti seguono?
Ovviamente no.
Ovviamente. Neanche i miei.

[Le chiediamo un’ultima domanda] Preferisci disegnare i personaggi dei videogiochi o le illustrazioni per Jouissance Club? E come si rapporta tuo figlio con questa tua nuova attività? Cosa sa? [Il figlio ha 5 anni]
Non è per niente la stessa cosa. Mi diverto tanto quanto a disegnare tecniche sessuali. E comunque per me non è nemmeno un vero e proprio disegno questo perché per andare veloce ricalco per Jouissance Club, ma come character designer non ricalco affatto, creo dei personaggi. Non ha niente a che fare con il mio lavoro per Club Godo, è altrettanto piacevole ma anche più faticoso. Jouissance Club non è nient’altro che piacere. Il character design è più vicino allo sport, per me. Richiede di essere creativi, in forma. È un lavoro vero, molto faticoso. Mentre Jouissance Club non mi ha affatto affaticata mentre ci lavoravo.
Per quanto riguarda mio figlio, lui sa cosa faccio e sa che ho fatto un libro per imparare a fare l’amore. 

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